Alla scoperta di David Bowie, il viaggiatore

Bowie
Foto: Radass.com

È conosciuto in tutto il mondo come grande musicista, figura di straordinario carisma. Artista eclettico, trasformista, attore, David Bowie è stato una delle figure più riconoscibili, celebri, amate ed ammirate della musica contemporanea. David Bowie, purtroppo, è venuto a mancare il 10 gennaio 2016, all’età di 69 anni, lasciando un vuoto enorme nella società contemporanea. Egli, come abbiamo detto, è stato artista e figura pubblica di primissimo piano, innovatore elegante e provocatorio. Non solo: David Bowie è stato anche un grande viaggiatore. Come sapranno bene tutti i suoi ammiratori e i conoscitori della sua biografia, tutta la sua carriera è stata caratterizzata da spostamenti e trasformazioni. Ogni qualvolta accadeva qualcosa di importante e decisivo nella sua vita, David Bowie faceva le valigie e cambiava vita. Letteralmente: le sue rivisitazioni stilistiche e i suoi progetti discografici venivano fortemente influenzati dalla vita che viveva nel periodo in cui li realizzava, e dell’aria che respirava nelle sue nuove case. Andiamo a scoprire quali sono i luoghi cruciali per la vita di David Bowie, alla scoperta del suo lato itinerante e viaggiatore.

 

Londra

Bowie

Seguire le tracce della biografia di David Bowie, nato David Robert Jones a Londra nel 1947, vuol dire andare alla scoperta di alcuni dei più famosi quartieri popolari londinesi. Cominciando da Brixton: oggi quartiere in piena gentrificazione, storicamente legato all’immigrazione caraibica e teatro della famosa rivolta del 1981, Brixton è un quartiere colorato, multietnico e movimentato. Poi c’è Bromley, dove David e la sua famiglia si traferì negli anni cinquanta, il borgo più esteso della Grande Londra e uno dei sei quartieri di Londra a non essere raggiunto dal “Tube”, la metropolitana londinese. Continuando il percorso, raggiungiamo Islington, quartiere per lo più residenziale della Inner London, in cui ha avuto luogo il primo concerto alla memoria di Bowie, presso la Union Chapel. Infine, citiamo Mayfair e Hammersmith, i quartieri dove rispettivamente nacque e morì una delle più famose incarnazioni di David Bowie, quella di Ziggy Stardust.

New York

Bowie

Qualcuno lo dice senza indugi: David Bowie è un newyorker. Essere newyorchesi non è un traguardo che si raggiunge facilmente, in particolare se si arriva dall’Inghilterra. David Bowie, come John Lennon, trovò a New York la cosa che si avvicinò di più al concetto di “casa”, sebbene si trasferì diverse volte prima di stabilirvisi definitivamente. Abito a New York per vent’anni, legandosi in particolare a Manhattan e a Soho. Alcuni luoghi sono diventati dei must-visit per ripercorrere le strade e gli itinerari del Duca Bianco: Washington Square, la libreria “Strand”, gli storici negozi di dischi “Bleecker Street Records” (chiuso nel 2013) e “Generation Records”, il “Bottega Falai”, chiuso anch’esso nel 2012. La storia di Bowie a NY è quella di un uomo riservato, che aveva il piacere di vivere il proprio quartiere passeggiando, frequentando con una certa regolarità alcuni posti privilegiati, proprio come un vero abitante del quartiere.

Los Angeles

Bowie
A Los Feliz si trova la Ennis House, progettata da Frank Lloyd Wright

Nel 1975 Bowie, dopo una prima breve puntata a New York, si trasferì a Los Angeles. I suoi anni nella città californiana sono ricordati tra quelli più bui della sua vita, e che pure furono fecondi di alcuni dei suoi lavori più importanti, come “The man who fell to Earth”, “Diamond Dogs” e “Station to Station”. Il rapporto di Bowie con Los Angeles è stato di fascinazione e smarrimento, come spesso accade a chi arriva per la prima volta nella Città degli Angeli. La vitalità e il dinamismo quasi caotici caratteristici della città travolsero Bowie, il quale fu completamente rapito dalle possibilità che gli venivano offerte. Visse, naturalmente, a Hollywood e a Bel-Air; prima però, appena arrivato, risiedette nel quartiere di Los Feliz, uno dei quartieri più centrali e antichi della città, sede dei primi Studios cinematografici e luogo di nascita nientepopodimeno che di Topolino: il suo primo disegno fu realizzato nel garage dello zio di Walt Disney, negli anni venti.

Berlino

Bowie

“Low”, “Heroes” e “Lodger” sono i titoli della celeberrima “Trilogia di Berlino”, tre dei lavori più importanti mai realizzati da Bowie, che scappò nella capitale tedesca per sfuggire alla vita alienante e distruttiva che s’era ritrovato a condurre a Los Angeles, accompagnato dal suo amico di una vita, Iggy Pop. Dopo un anno di residenza in Svizzera, a Ginevra, Bowie decise di partire per la Germania Ovest. La sua permanenza fu breve, ma intensissima: oltre alla sua produzione artistica, il nome di Bowie si legò indissolubilmente alla vita artistica della città e dei quartieri che frequentò, in particolare Schöneberg e Kreuzberg, legando il suo nome alla fama di alcuni locali di cui fu assiduo frequentatore, come il Café Neues Ufer (il primo “gay bar” della città), il Chez Romy Haag, il SO36 e il Ristorante Exil, che molti descrivono come la sua “seconda casa”. Ripercorrere la storia di Bowie per le strade di Berlino è un viaggio alla riscoperta della rinascita stessa della città.

Firenze

Saint James

Infine, abbiamo deciso di dedicare l’ultimo paragrafo all’Italia. Bowie sviluppò un legame particolare con la città di Firenze, dove egli si sposò nel 1992 con la modella Iman Mohamed Abdulmajid presso la chiesa episcopale americana di Saint James, vicino alla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella; e che egli tornò a fare visita a più riprese, come turista ma anche come artista. Nel 1996 partecipò alla Biennale con una sua installazione, presso l’ex stazione della Leopolda. Nel 1997 fu protagonista di un amatissimo concerto al festival di Pistoia. Nel 1998, poi, recitò con Francesco Pieraccioni nel film “Il mio West”, girato in Garfagnana. L’aneddoto più interessante del Bowie “toscano”, tuttavia, appartiene a un’epoca ben lontana: era il 1967 e un giovanissimo David Bowie gareggiava in un Festival Internazionale presso Monsummano, in provincia di Pistoia. L’allora ventiduenne Bowie arrivò secondo, vinse un “disco d’oro” al talento emergente e fu completamente ignorato dalla critica. A Monsummano, paese delle scarpe, dove Bowie fu ospite e testimonial dell’allora “Calzaturificio Fiorella”, si ricordano ancora di lui, giovane, spaesato e ancora sconosciuto. Di lì a poco sarebbe uscito l’LP “Space Oddity”, e il viaggio sarebbe cominciato.

 

Il nostro viaggio in compagnia del grande David Bowie termina qui. Il prossimo appuntamento è su Noleggioauto.it per organizzare il prossimo – e sulle nostre pagine Facebook, Twitter e Google+ per raccontare e condividere i nostri e i vostri itinerari di viaggio… vi aspettiamo!

 

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