Dentro il Castello Sforzesco di Milano

Milano

Milano, lo abbiamo già detto in un articolo di qualche tempo fa, è nota in Italia e nel mondo per essere la città più “glamour” della nostra penisola. Sicuramente il capoluogo lombardo è la capitale italiana degli affari e della moda, attirando frotte di visitatori da tutto il mondo per partecipare ai suoi eventi tradizionali (non ultimo, l’acclamato Expo 2015). Tuttavia, Milano è anche una città dalla storia lunga e particolare; e, proprio nel suo cuore, troviamo uno degli edifici che meglio la simboleggiano e rappresentano: il Castello Sforzesco.

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La storia

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Tra il 1360 e il 1370 Galeazzo Visconti fece costruire, a cavallo delle mura in corrispondenza con l’antica porta romana dedicata a Giove, il Castello di Porta Giovia. La costruzione divenne dimora permanente della dinastia viscontea a partire dai suoi successori, per essere poi distrutta nel 1447. Nel 1450 Francesco I Sforza ne avviò la ricostruzione per farne la sua residenza. Nel 1494, Ludovico il Moro ne fece una delle corti più ricche e fastose d’Europa. Furono chiamati a collaborare alla sua decorazione e ampliamento artisti del calibro di Leonardo da Vinci, il Bramante e altri. Negli anni a seguire il castello fu danneggiato dai continui attacchi che francesi, milanesi e truppe germaniche si scambiarono. Nel 1521 venne accidentalmente distruttra la Torre del Filarete. Sotto il dominio spagnolo, il castello divenne il fulcro delle truppe militari iberiche, una delle guarnigioni più grandi d’Europa, con un conseguente potenziamento delle fortificazioni e del sistema difensivo. Dopo la conquista di Milano da parte di Napoleone, fu presentata una prima petizione popolare nel 1796 che richiedeva l’abbattimento del castello, interpretato quale simbolo della ‘antica tirannide’, accolta nel giugno del 1800, ma mai portata a termine. Nel 1815, Milano e il Regno Lombardo-Veneto furono annessi nell’Impero d’Austria e il castello venne arricchito di cortine, passaggi, prigioni e fossati, divenne tristemente famoso perché durante le famose Cinque giornate di Milano il maresciallo Radetzky darà ordine di bombardare la città proprio con i cannoni del castello. Quando  dal 1861 Milano diventa parte del Regno d’Italia, la popolazione invade il castello, derubando e saccheggiando in segno di rivalsa. Vent’anni si riaccese il dibattito se abbattere il castello: accadde però che l’architetto Luca Beltrami lo sottopose a un impegnativo restauro per far tornare il castello alle primigenie forme sforzesche. Nel corso del XX secolo, il castello viene danneggiato e ristrutturato dopo la seconda guerra mondiale; negli anni novanta fu costruita la grande fontana di piazza Castello. Nel 2005 si è concluso l’ultimo restauro di cortili e sale.

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Il Castello

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Visibile, del castello oggigiorno, è la parte più antica, di epoca trecentesca e quattrocentesca, a pianta quadrata; con le quattro torri, due a forma cilindrica e due quadrata, orientate secondo i punti cardinali. Tutto il perimetro è circondato dall’antico fossato, non più allagato. La facciata rivolta al centro città fu edificata alla metà del quattrocento, durante la ricostruzione voluta dal Duca Francesco. Di tale periodo conservano il loro aspetto le due torri laterali rotonde; le merlature medioevali, invece, sono frutto del restauro ottocentesco. La torre centrale, la più alta del castello, che ne costituisce l’ingresso principale, è detta Torre del Filarete, ricostruita nei primi anni del Novecento, al posto dell’originale scomparsa nell’ottocento, sulla base di raffigurazioni antiche e sull’esempio di costruzioni coeve. La facciata posteriore del Castello è la più antica e divisa in due dalla Porta del Barco. Sul fianco destro si apre la Porta dei Carmini, mentre più indietro si trova una struttura a ponte che collegava gli appartamenti ducali alle mura esterne, oggi scomparse, chiamata Ponticella di Ludovico il Moro, e attribuita a Bramante. Il quadrilatero attuale del castello racchiude tre corti distinte: l’ampia piazza d’armi, il cortile della rocchetta e la corte ducale. Le due corti sono separate dalla piazza d’armi dal fossato morto, in corrispondenza delle fondazioni del castello di porta Giovia. Il lato sinistro della piazza d’armi è occupato dal cosiddetto Ospedale spagnolo, costruito nel 1576 per il ricovero dei castellani infetti da peste. Il lato destro della piazza è invece adibito ad esposizione di reperti della Milano di epoca rinascimentale. Al centro della piazza d’armi si trova la statua barocca di san Giovanni Nepomuceno, mentre al suo fianco una porta introduce al cortile della Corte Ducale,. Dal lato opposto vi è invece la Rocchetta, la parte più inespugnabile del castello, nella quale gli Sforza si rifugiavano in caso di attacco. La Rocchetta è difesa da due torri: la torre di Bona di Savoia, costruita nel 1477; e la torre del tesoro o della Castellana, detta anche del Tesoro, in quanto nelle sale al piano terreno era custodito il tesoro del ducato, consistente in monete e metalli preziosi, opere di oreficeria e gioielli. Gli appartamenti dei Duchi ed il fulcro della vita di corte in epoca rinascimentale erano situati in quella che oggi è detta Corte Ducale. La Corte ha forma a U, e occupa l’area nord del castello. Edificata e decorata nella seconda metà del Quattrocento, benché danneggiata e alterata nei quattro secoli successivi in cui fu trasformata in caserma, i restauri ottocenteschi ne hanno ricostruito l’aspetto e le decorazioni rinascimentali.

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I musei

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Come nel caso di Palazzo Pitti a Firenze, come vi abbiamo raccontato poco tempo fa, anche il Complesso del Castello Sforzesco offre, nei suoi spazi, una ricca proposta museale. Attualmente, esso ospita la Pinacoteca del Castello Sforzesco, e la sua ricchissima collezione di dipinti, tra cui opere di Filippo Lippi, Antonello da Messina, Andrea Mantegna, Canaletto, Correggio, Tiepolo e la Pietà Rondanini di Michelangelo; il Museo della Preistoria, che illustra attraverso i suoi reperti l’evoluzione in territorio lombardo delle comunità umane fino alla loro romanizzazione; la collezione egizia del Museo Archeologico, custodita nei sotterranei della Corte Ducale; il Museo d’arte antica, sede di una delle raccolte di sculture e oggetti d’arte tardo-antica, medievale e rinascimentale tra le più importanti del nord Italia (in cui spicca la la Sala delle Asse, la cui volta è stata affrescata interamente da Leonardo Da Vinci); il Museo degli strumenti musicali, che espone una collezione di oltre 700 strumenti musicali europei di diverse tipologie a partire dal XV secolo a.c. fino al ventesimo, tra cui la collezione Monzino, raccolti da una famosa famiglia di liutai milanesi tra il XVIII ed il XX secolo; il Museo del Mobile, situato vicino le sale della Pinacoteca situate, al primo piano della Corte Ducale; le Raccolte d’Arte Applicata ed Extraeuropee, che si concentrano sulle opere di artigianato e manifattura provenienti dalla zona lombarda e dal resto del mondo, molto ricche per il numero dei reperti e per l’ampio arco storico coperto. Il complesso Sforzesco inoltre include l’Archivio Storico Civico e la Biblioteca Trivulziana, la Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco, la Civica raccolta delle stampe “Achille Bertarelli”, la Biblioteca Archeologica e Numismatica; e un archivio fotografico.

Per non dimenticare, infine, il bellissimo Parco Sempione, dove passeggiare e rilassarsi nelle giornate di bel tempo.

Vi è venuta voglia di fare un salto a Milano per visitare il Castello Sforzesco? Noi come sempre vi aspettiamo sulle nostre pagine Facebook, Twitter o Google+, per conoscere i racconti dei vostri viaggi!

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