Tre (celebri) posti di Milano poco noti al grande pubblico

Expo! Certo, a Milano è giusto non si parli d’altro: l’Esposizione Universale è un evento di caratura internazionale ed epocale, qualcosa da ricordare negli annali. Per noi comuni mortali, però, visitare Milano può anche voler dire fare la conoscenza con una città che vive della sua immagine di città caotica, fremente e a volte un po’ frivola e immersa nel traffico e nel cemento. Quest’ultima parte, in particolare, è tutt’altro che vera: nessuno qui vuole negare che a Milano non ci sia traffico (lungi da noi!), ma sicuramente è una città molto più elegante e affascinate di quanto si è abituati a pensare. Vi proponiamo tre luoghi, tra i molti che si possono citare, che vengono poco menzionati quando si parla di Milano; e che pure sono luoghi importanti, parte della storia della città, e (soprattutto) molto, molto belli.

“Dialogo nel buio”

La mostra “Dialogo nel Buio” è ospitata nella sede dell’Istituto dei Ciechi di Milano, non distante dai Bastioni di Porta Venezia e il famoso “Quadrilatero della moda”. È un percorso in totale assenza di luce, l’esperienza di un modo sconosciuto di “vedere”. Dialogo nel Buio è una mostra/percorso per gruppi di otto persone, accompagnate da guide non vedenti, durante la quale si attraversano ambienti senza luce che riproducono situazioni reali. Varcato l’ingresso occorre “imparare di nuovo a vedere” in modo sorprendentemente semplice, per scoprire nuove dimensioni sensoriali. Il percorso non rappresenta una simulazione della cecità, piuttosto un invito a sperimentare le differenti profondità e intensità della percezione della realtà e della comunicazione in assenza della luce.

Il primo allestimento milanese di “Dialogo nel Buio” risale al 2002 e realizzato a Palazzo Reale nei mesi da ottobre a febbraio. L’iniziativa raccoglie un grande favore di pubblico, e fa registrare più di 30mila visitatori nei cinque mesi di apertura. Per questa ragione la mostra viene riproposta dal 2003 al dicembre 2005 presso l’Istituto dei Ciechi in via Vivaio e porta a 110mila il numero dei visitatori. L’Istituto si rivela il luogo ideale per allestire il percorso, in virtù della sua lunga e consolidata tradizione di impegno per l’integrazione dei disabili.

 

HangarBicocca

Nell’edificio che sin dal 1903 ospitava la fabbrica delle Acciaierie Breda, insediato nel quartiere che fu tra i più industrializzati d’Europa, al confine con il comune di Sesto San Giovanni, oggi troviamo HangarBicocca. Trasformato in spazio museale nel 2004, la Fondazione HangarBicocca è dedicata all’arte contemporanea: il un programma inedito, tra passato e contemporaneità, è accompagnato da un calendario di performance dal vivo, incontri e laboratori didattici per il pubblico e le scuole. Il progetto ha avuto inizio con la realizzazione de “I Sette Palazzi Celesti” di Anselm Kiefer, un’installazione realizzata specificamente per il sito di HangarBicocca come parte della rivalutazione architettonica dell’edificio.

HangarBicocca si compone di tre spazi espositivi distinti e indipendenti: lo Shed, originariamente dedicato alla produzione di componenti per locomotive e macchine agricole; il Cubo, un edificio cubico voltato a botte; e le Navate, un monumentale fabbricato costruito nella metà degli anni sessanta del novecento come sede del reparto trasformatori, e che adesso ospita “I Sette Palazzi Celesti”.

In questo momento, fino alla fine del mese di agosto 2015 e l’inizio di novembre 2015, sono esposte presso HangarBicocca le mostre temporanee dedicate allo spagnolo Juan Muñoz e al messicano Damián Ortega.

Il quartiere Maggiolina

La “Maggiolina” è un quartiere particolare della città di Milano, spesso confuso con il Villagio dei Giornalisti, e situato in una parte di città curiosamente tranquilla e silenziosa, alle spalle della stazione di Porta Garibaldi. Gli edifici di questo quartieri sono molto particolari e dalla storia sorprendente: Villa Mirabello, per esempio, è una vecchia cascina del Quattrocento appartenuta a personaggi illustri vicini alle famiglia Sforza. Riserva di caccia, fattoria, casa di ricovero dei ciechi di guerra: questo edificio ha vissuto mille e una vita. Oggi è sede di uffici e di una casa di riposo. Sottoposta a un attento lavoro di recupero, il suo bellissimo cortile interno e il giardino rompono il panorama dei moderni casermoni a pochi chilometri di distanza.

igloo maggolinaIn via Lepanto, inoltre, negli anni Quaranta, un certo ingegnere Mario Cavallé si sbizzarrì nella progettazione di case a forma di fungo, con tanto di gambo e cappello, riprendendo i colori dell’Amanita Muscaria per la pittura degli esterni. Queste case hanno perso l’aspetto di un tempo, perché negli anni Sessanta sono state riconvertite in abitazioni dall’altrettanto curiosa forma di igloo. Le case sono tutte abitate. Al loro interno, esse si strutturano in uno o più vani, il secondo livello funge da cantina, e un piccolo giardino circonda ciascuna di esse, conferendo loro un aspetto fiabesco.

palafitta maggiolinaInfine, c’è la “Palafitta”. Si tratta dell’abitazione privata dell’architetto razionalista Luigi Figini. La casa è rialzata dal suolo tramite dei piloni. Il risultato è straordinario, ed è tutt’oggi visibile: una moderna palafitta elevata a un piano da terra, raggiungibile tramite una scalinata interna che accede dal bellissimo giardino. Trattandosi di un’abitazione privata, purtroppo questo piccolo capolavoro è ammirabile soltanto dall’esterno, ma sicuramente merita una visita!

Questi sono i nostri suggerimenti più “originali” per visitare una Milano diversa dai comuni cliché. E voi, quale Milano volete proporci? Scriveteci sulla nostra bacheca di Facebook, oppure cinguettatecelo! Siamo curiosi di ascoltare le storie della “vostra” Milano.

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